Le Università Europee si preparano ad incontrare le esigenze del mercato del lavoro nel settore dell’Intelligenza Artificiale

Secondo l’indagine globale McKinsey sull’IA del 2022, la percentuale di organizzazioni che utilizzano l’IA si è stabilizzata tra il 50 e il 60 percento negli ultimi anni, influenzando il crescente numero di specialisti in AI che le aziende devono formare o reclutare. Il consorzio del progetto Erasmus Planet4 vede l’unione tra università provenienti da Spagna, Polonia, Italia e Grecia e mondo industriale (sono presenti anche quattro aziende specializzate) aziende per analizzare come le università possano contribuire a soddisfare la domanda di specialisti in AI.

Nuovi compiti per istituzioni educative e talenti futuri

Come spiegano gli esperti, la tendenza all’IA totale porta con sé una nuova richiesta per università e istituti educativi che preparano specialisti tecnologici e ingegneri. “Si tratta di un compito piuttosto complesso e di una visione multidisciplinare, poiché questa coesistenza deve essere inserita all’interno dei limiti attuali dell’etica e della responsabilità, che di solito prevedono la trasparenza e l’assenza di pregiudizi nei sistemi di IA che lavorano insieme agli esseri umani in ambienti industriali”, afferma il dott. Joan Navarro, membro del gruppo di ricerca su Tecnologie Internet e Storage della Salle – URL in Spagna, spiegando il boom attuale dell’intelligenza artificiale. Durante il progetto Planet 4, le organizzazioni e le università coinvolte hanno seguito le indicazioni delle esigenze e delle difficoltà della digitalizzazione industriale, riemergendo con importanti spunti. “Ad esempio, c’è una necessità latente di dati in tempo reale, non solo per elaborarli, conservarli e raccoglierli, ma anche per generarli. Ciò significa che è necessario adattare e modernizzare le macchine esistenti per generare più dati che potrebbero essere utilizzati per ottimizzare i processi e migliorare l’efficienza”, evidenzia il dott. Navarro. Lui e i suoi colleghi delle hanno sottolineato i segnali più preoccupanti provenienti dall’industria e hanno riassunto l’attenzione sulla sicurezza dei processi industriali. Questo aspetto sta diventando sempre più critico con l’aumento della connettività, poiché le minacce informatiche rappresentano potenziali rischi che possono causare interruzioni aziendali e significative perdite finanziarie. Di conseguenza, garantire la sicurezza dei sistemi e potenziarne la resilienza è ora più importante che mai.

Miglioramento del curriculum di studio

“Dal punto di vista tecnico, abbiamo notato che uno dei principali problemi nell’applicazione dell’Industria 4.0 in scenari industriali reali è l’integrazione tra la tecnologia hardware e software. Il divario tra le soluzioni di tecnologia operativa utilizzate per il controllo e la gestione delle macchine industriali e le applicazioni di tecnologia dell’informazione come ERP, MES e simili è ancora ampio e, nonostante qualche tentativo, è ancora molto lontano dall’essere colmato”, spiega Daniele Mazzei (Università di Pisa), imprenditore, innovatore e ricercatore nel design dell’interazione uomo-computer. In questi contesti, le collaborazioni tra l’industria e il mondo accademico sono necessarie per sviluppare programmi di formazione allineati alle esigenze dell’industria e, quindi, fornire agli studenti accesso a progetti concreti, oltre che tutoraggio. Gli esperti concordano sul fatto che, quando si verificano queste circostanze, la coesistenza di AI e esseri umani nel settore industriale ha il potenziale per portare significativi miglioramenti in termini di produttività, efficienza e innovazione.

“In realtà, forme precedenti di IA e umani hanno coesistito nel settore industriale per molto tempo in diversi settori, come l’automazione dei compiti nella produzione, l’assistenza nella diagnosi e nel trattamento sanitario, i servizi clienti mediante chatbot o l’analisi delle tendenze e le previsioni nel settore finanziario”, afferma il dott. Joan Navarro. Il fatto che sia l’IA che gli esseri umani portino punti di forza unici e complementari permette la loro coesistenza di successo: mentre l’IA può elaborare rapidamente grandi quantità di dati in modo automatico, gli esseri umani apportano creatività e pensiero critico. “Come abbiamo visto finora, la coesistenza di successo tra l’IA e gli esseri umani dipende dalla nostra capacità di trovare modi per combinare le loro forze. Tipicamente, ciò comporta concepire sistemi di IA che lavorano insieme agli esseri umani per potenziarne le capacità, piuttosto che sostituirli completamente”, osserva il dott. Navarro. Ad esempio, l’IA può essere utilizzata per automatizzare compiti di routine, liberando i lavoratori che potranno concentrarsi su compiti più complessi e strategici che richiedono intuizione ed esperienza umana.

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